Paypal strumento di pagamenti

Sappiamo tutti che paypal è uno strumento online con cui si può pagare senza esporre la propria carta di credito e si può anche ricevere pagamenti per privati o per aziende. L’aspetto di pagare senza esporre i dati della propria carta di credito è senz’altro interessante ed esprime una indubbia comodità per chi effettua i pagamenti. Inoltre, un pagamento può essere contestato dal pagatore e ciò conferisce ulteriore comodità al pagatore.

Problemi e rischi per il venditore

Gli aspetti però non sono altrettanto positivi per chi deve ricevere i pagamenti tramite paypal (ovvero il venditore). Abbiamo diversi “problemi”. Eccoli a seguire, cosi come raccontati da diversi imprenditori che hanno utilizzato lo strumento per il proprio business:

  • le commissioni di incasso sono altissime, tra le pià alte del mercato;
  • vi sono anche altissime commissioni per il cambio valuta. Ad esempio se tu sei in un paese in cui c’è l’euro ma incassi in dollari, sei costretto a cambiare in euro (nel momento del prelievo verso il tuo conto bancario) in quanto il conto bancario di collegamento dal quale puoi fare il prelievo dei fondi, è consentito solo in euro (cioè nella valuta di corso del tuo paese).  Quindi se anche tu colleghi un conto di prelievo in dollari, lui ti farà lo stesso una conversione in euro. Naturalmente la restrizione è un nonsenso e appare sensata solo per costringere l’utente a pagare altri soldi a paypal con le commissioni di cambio;
  • il pagatore può contestare il pagamento, anche quando non ne ha alcun motivo. Ad esempio nel caso di un servizio erogato o di una cosa acquistata. Di solito paypal da’ sempre ragione al contestatore anche quando il venditore ha dimostrato l’esecuzione del servizio. In tale caso la somma viene automaticamente prelevata dal conto del venditore e inoltre addebitata una fee di contestazione. Ma è proprio giusto questo? esiste una base legale simile? Ah naturalmente a differenza di una sentenza della magistratura, qui non c’è ricorso e non puoi protestare, perdi i soldi e basta;
  • paypal può in ogni momento chiuderti il conto senza alcuna spiegazione e i tuoi soldi rimangono bloccati dentro per mesi, di fatto sequestrati. Esiste una base legale per questo? Naturalmente se telefoni al servizio clienti ti rispondono che non hanno nessun obbligo di darti spiegazioni, quindi ti adegui, i grossi sono loro, mica tu.

Come si vede i rischi per il venditore sono davvero tanti e vale la pena di ragionare sul fatto che il metodo sia davvero valido per chi lavora onestamente. Ci si chiede, inoltre, se alcuni atteggiamenti di paypal siano legalmente validi (ovvero supportati dalle leggi locali del paese di residenza dell’utente) oppure siano privi di fondamento ed eseguiti sulla base del fatto che il più grosso può “schiacciare” liberamente il piccolo consumatore, confidando sul fatto che essendo economicamente potente ed avendo avvocati, la Legge funziona diversamente. A voi la risposta

Ad esempio in Svizzera il sequestro di fondi da parte di una istituzione finanziaria non è giustificato salvo che ci siano indizi di un reato i quali pero’ vanno comunicati subito ad un magistrato il quale, solo lui, può decidere il sequestro dei beni (chi lavora in banca lo sa bene). Il fatto di inserire questa libertà unilaterale di sequestro dei fondi altrui senza alcun motivo, dentro un contratto, siamo sicuri che dia veramente a paypal il diritto di bloccare e quindi trattenere i soldi di terze parti? Andrebbe chiesto ad un magistrato.

Per quanto riguarda le contestazioni dei pagamenti, meditate bene su questo: io faccio un servizio, vengo pagato con paypal dal cliente. Dopo qualche giorno il cliente (spesso disonestamente) contesta il pagamento e pretende il ritorno della somma. Dobbiamo quindi dimostrare a paypal che il servizio è stato eseguito o il bene è stato comunicato. Forniamo tutte le carte: fatture, giustificativi di invio e quant’altro. Alla fine nel 90% dei casi, paypal dà ragione al cliente il quale si vede restituito l’importo pagato e mantiene il servizio erogato o il bene acquistato senza pagare nulla. Chi è che giudica questo? Naturalmente paypal unilateralmente. Ci si chiede: ma paypal (azienda il cui scopo è fare soldi) è legittimata a prendere decisioni come se fosse un magistrato, senza esserlo? E’ legittimato a decidere se un pagamento è dovuto o meno ed emettere di fatto una “sentenza” che diventa esecutiva immediatamente e quindi con la possibilità di arrecare, spesso, un danno patrimoniale e morale al venditore?

Conclusioni

Quindi la morale è: se siete un’azienda e dovete decidere un metodo di incasso dei vostri pagamenti, pensateci bene prima di usare strumenti, gestiti in questo modo. E se decidete di utilizzarli, prendete ben coscenza del rischio che correte e sappiate che potete andare incontro a una delle situazioni descritte sopra. Il suggerimento che vi si può dare è: se vi capitano vicissitudini come quelle indicate sopra (che purtroppo non sono assolutamente rare), andate a fare una denuncia alla polizia o alla magistratura, di modo che sia un giudice a decidere se ciò che vi viene imposto è corretto oppure no. Denunciare è un proprio diritto e il cittadino onesto ha il diritto di interpellare un giudice per sapere se un comportamento di un player importante del mercato finanziario sia conforme alla Legge.